OOo ... I motivi di un successo
OOo non è, come si può pensare, una esclamazione di meraviglia ma, semplicemente, la sigla che identifica la suite di produttività personale OpenOffice.org; v'è da dire che l'esclamazione è più che giustificata se si esamina attentamente questo prodotto che, pur se presenta ancora un po' di acne giovanile (sto pensando al modulo Base, ancora in preda a pruriti adolescenziali), è veramente cresciuto e si qualifica come un'alternativa interessantissima ai similari prodotti commerciali (Microsoft Office in primis).
OOo, come la chiamiamo noi intimi, nasce dall'analoga suite StarOffice prodotta e commercializzata da Sun Microsystem: la sua storia è esemplare e interessante di un certo modo di intendere il software, il suo sviluppo e la sua diffusione (chi volesse approfondire alcuni di questi concetti può leggere “La cattedrale e il bazaar”, di Eric S. Raymond, facilmente reperibile all'indirizzo www.apogeonline.com/openpress/cathedral). Vediamola: nel 1999 Sun Microsystem acquista la software house tedesca StarDivision, prima sviluppatrice di StarOffice, e l'anno successivo dona il codice sorgente del software (in pratica tutta la sequenza di istruzioni che costituiscono il programma) alla comunità degli sviluppatori, dando origine al progetto OpenOffice.org per la realizzazione di un software di office automation libero, ossia dotato di una licenza d'uso che ne garantisce la libertà di distribuzione e di modifica, nonché la gratuità. Attenzione! Gratuità della licenza non significa che il programma è gratis, ma, solo, che non mi posso far corrispondere denaro per la cessione della licenza d'uso: eventuali servizi a valore aggiunto (manuali, formazione, personalizzazioni, installazione) sono a discrezione di chi me li fornisce. La mossa, apparentemente fuori da ogni logica commerciale, dà origine ad una comunità di sviluppatori e di utenti composta da migliaia di persone che collaborano attivamente allo sviluppo del progetto secondo quelle che sono le proprie competenze (io stesso sono uno dei tester della versione italiana del prodotto e sto scrivendo questo articolo con una versione di OOo ancora in fase di prerilascio). La comunità internazionale ha dato così origine a una settantina di localizzazioni: tra le lingue di queste versioni locali mi piace ricordare anche il friulano.
Sun mantiene comunque la direzione del progetto e si riserva il coordinamento della comunità OpenOffice: che vantaggi ricava da questa forma di mecenatismo informatico? Uno, essenzialmente ... uno sviluppo più rapido ed economico del suo prodotto StarOffice (a pagamento): dalla versione 6.0, infatti StarOffice è basato sul codice di OpenOffice, con l'aggiunta di parti proprietarie, ossia assoggettate a una licenza non libera (il discorso sulle licenze è piuttosto complesso e non è proprio il caso di affrontarlo in questa sede: per fare un po' di chiarezza le licenze libere, riconosciute da Open Source Initiative, garantiscono l'assoluta libertà di circolazione e di modifica del software mentre le licenze proprietarie, come l'EULA di Microsoft, impediscono la distribuzione di copie del software e la sua modifica ... mi scuso per la semplificazione, assolutamente necessaria).
OpenOffice.org è un prodotto composto da un insieme di moduli: Writer (elaboratore di testi), Calc (foglio elettronico), Draw (strumento di disegno), Impress (realizzazione di presentazioni e slide show), Base (gestore di archivi), caratterizzati da un'interfaccia coerente e, ad avviso di chi scrive, più ergonomica di quella dei corrispondenti software di Microsoft Office, i quali, forse perché sviluppati in momenti o da team diversi, non hanno la stessa uniformità d'uso. In OOo l'interoperabilità tra i diversi moduli è completa e assoluta: da Writer posso aprire e modificare una cartella di Calc, e viceversa, da Impress posso creare un nuovo documento di testo. In Office non è così: Word, Excel, Access e PowerPoint mantengono la loro indipendenza e mostrano, nel loro utilizzo, alcune diversità che possono disorientare l'utente; ne cito una ad esempio: se in Word voglio stampare le pagine 1 e 3 di un documento nella finestra di stampa dovrò scrivere 1,3 (uno virgola tre) ... se in PowerPoint voglio stampare la prima e la terza diapositiva di una presentazione nella stessa finestra di stampa dovrò inserire 1;3 (uno punto e virgola tre).
Quali sono i punti di forza di OpenOffice? Vediamoli, usando come base la lista di Wikipedia ed aggiungendo qualche commento:
i file prodotti da OOo hanno dimensioni molto minori rispetto quelli dei concorrenti; di solito tali dimensioni si assestano su circa un decimo rispetto alla concorrenza ... non ci credete? Scrivete il vostro nome con il blocco note, salvate il file e, cliccandolo con il tasto destro del mouse, visualizzatene le proprietà e, in particolare, il numero di byte. Aprite Word, scrivete il vostro nome, salvate il file e, ripetendo le operazioni già descritte, guardate quanto è grande ... almeno una ventina di kiloByte, giusto? Come mai? Perché nel file di Word sono contenute un gran numero di informazioni aggiuntive, relative al formato, alla dimensione della pagina, al tipo di carattere usato eccetera, che lo appesantiscono. Lo stesso file, scritto con OOo, è quattro volte più piccolo. Più grande è il documento maggiore è il risparmio;
i formati di OpenOffice sono aperti, come dire che avete il pieno possesso non solo del software ma anche dei vostri dati. In Microsoft non è così: quello che scrivete è vostro, il formato nel quale lo scrivete è di Microsoft: se domani decide di cambiarne le specifiche correte il rischio di trovarvi con file inutilizzabili;
è possibile leggere/scrivere i file salvati in altri formati: in Office i formati di OpenOffice sono misconosciuti;
è possibile copiare OOo e passarlo ad altri ... se fate la stessa cosa con Microsoft Office commettete un illecito amministrativo oppure, se lo fate a scopo di lucro, un reato;
è possibile visionare il codice e modificarlo a proprio piacimento: è la fortuna del modello di sviluppo open source. Malfunzionamenti, nuove funzionalità, aggiornamenti possono essere corretti o inseriti in tempi senz'altro inferiori a quelli richiesti dai software proprietari;
OpenOffice è software libero: è possibile scaricare, legalmente, dalla rete l'ultima versione ed installarla sul proprio Pc, senza dover spendere nulla se non la connessione ad Internet; è inoltre possibile copiare OOo e passarlo ad altri , o esaminarne il codice sorgente se lo si desidera;
è possibile partecipare al progetto e diventare parte integrante della comunità. Per scoprire come visitate il sito http://it.openoffice.org/index.html;
è possibile eseguire OOo su diversi sistemi operativi e quindi poter leggere e scrivere gli stessi file in ambienti differenti ... al contrario, non esiste una versione di Microsoft Office per Linux o Sun Solaris;
è possibile esportare i file in formati come PDF e Macromedia Flash ... il salvataggio in formato PDF è presente in OpenOffice da sempre, mentre Office lo ha introdotto solo di recente;
è possibile collegare OOo con un altro database: posso, in altre parole, collegare il modulo Base a un archivio Access o MySql oppure basato su di un foglio elettronico.
Il formato dei file di OpenOffice è un archivio Xml compresso: in pratica è una cartella Zip nella quale sono contenuti diversi file che descrivono caratteristiche e contenuto del nostro documento. Questo approccio offre notevoli vantaggi, permettendo a tutte le applicazioni che gestiscono il formato Xml di usare i file di OpenOffice e, eventualmente, di decomprimerli e di estrarne il solo contenuto (ad esempio le immagini inserite in un documento di testo).
Il formato adottato da OpenOffice 2.0, generalmente noto come OpenDocument (ODF), è uno standard definito dal consorzio Oasis e, di recente, è stato riconosciuto come standard ISO/IEC 26300.
Per questi motivi OOo sta diffondendosi sempre più largamente sia presso i privati sia presso le pubbliche amministrazioni, come ad esempio i governi israeliano, malese, di Singapore, colombiano, brasiliano, venezuelano, indiano, cinese e altri ancora. Nell'ambito delle amministrazioni locali vogliamo ricordare città come Monaco di Baviera e Vienna o, in Italia, il comune di Grosseto, le province di Genova e Pisa e altri comuni minori.
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