martedì 22 gennaio 2008

The SUN also rises

Il 16 gennaio si è diffusa la notizia che SUN Microsystem ha acquistato MySQL AB per la modica cifra di un miliardo di dollari. Nessun titolone su nove colonne, nessuna eco particolare, almeno fino a oggi (18 gennaio), se non la semplice notizia, spesso commentata con pochissime righe.
Dopo averla letta ho iniziato a riflettere su quelle che sono le possibili conseguenze di questa operazione e mi sono reso conto che potremmo essere di fronte a un fatto epocale, destinato ad avere parecchie, e importanti, conseguenze.

MySQL è la “M” dei server LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP) che gestiscono una fetta importante del World Wide Web e vanta, cifre fornite da MySQL stessa, circa undici milioni di installazioni, Il prodotto è maturo, affidabile, potente, anche se qualcuno gli preferisce PostgreSQL, che, però, mi risulta avere una base installata meno ampia. Insomma, SUN ha fatto, nonostante l'esborso economico, un ottimo affare, qualificandosi come uno dei maggiori protagonisti (se non il maggiore in assoluto) del mondo Free/Open Software: concentra adesso nelle sue mani Open Solaris, Java, OpenOffice e Mysql, più altri prodotti e iniziative minori.
Non credo che punterà a sostituire Linux con Solaris nei server LAMP sopra citati, operazione a mio avviso rischiosa: perché andare a cambiare qualcosa che già funziona, e molto bene? Credo, piuttosto, che nel medio/lungo periodo SUN, Ibm e Google, i maggiori contributori al progetto OpenOffice, sapranno trarre il massimo da questa acquisizione.
Riflettiamo un momento: cosa manca a OpenOffice per essere alla pari, se non superiore, al concorrente di casa Microsoft? Un motore di database credibile. Quello attuale (HSQL) non gode di buonissima fama e appoggiarsi a motori di database esterni non è, forse il massimo dell'efficienza, anche se Base permette la massima libertà di scelta in tal senso.
Cerchiamo di immaginare un OpenOffice che usi, come motore di database predefinito, MySQL o una sua versione ridotta: a questo punto gli sviluppatori potrebbero concentrarsi solo sull'interfaccia e potrebbero dar vita a uno strumento di gestione degli archivi assolutamente straordinario. Access, infatti, come motore di database non regge assolutamente il confronto con MySQL, ma ha un'interfaccia grafica (almeno fino alla versione 2003, mi dicono che la 2007 è praticamente inusabile) assolutamente di prim'ordine. OpenOffice con MySQL potrebbe essere uno strumento di office automation privo di concorrenza, forse persino ridondante rispetto a quelle che sono le esigenze di un database da desktop.
Forse questa acquisizione è giunta troppo tardi per poter vedere qualcosa nella prossima major release di OpenOffice (la 3.0, prevista per la primavera/estate di quest'anno), nella quale sarà integrato Thunderbird come Personal Information Management, per gestire posta, impegni, rubrica e informazioni personali (una sorta di Outlook in salsa Mozilla), ma credo che la versione 4.0 potrà presentare interessanti novità nel senso da me auspicato.
A questo punto anche i prodotti derivati (Simphony di Ibm e Google Docs della casa di Mountain View) avrebbero a disposizione un dbms assolutamente di prim'ordine, con conseguenze facilmente immaginabili.
Questa mia è solo un'analisi a caldo, destinata forse a essere smentita dalle notizie e dai commenti dei prossimi giorni, ma credo (spero) di non averla sbagliata.
In conclusione, forse siamo di fronte all'atto iniziale del primo, vero, serio attacco alla supremazia di Office come software di produttività personale ... staremo a vedere.

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domenica 13 gennaio 2008

RFID, informazioni in onda


Nel mese di luglio del 2007, il Ministero delle Comunicazioni, con un suo decreto, e grazie alla collaborazione del Ministero della Difesa, ha liberalizzato le frequenze UHF comprese tra 865 e 868 MHz, destinandole ad applicazioni RFID per uso civile. Gli addetti ai lavori hanno accolto la notizia con grande entusiasmo, affermando che, adesso, l’Italia si è finalmente portata al livello degli altri paesi europei.
Leggo una certa perplessità nei vostri occhi e prevengo la prossima domanda (probabilmente del tipo “Ma che ce ne importa?” o qualcosa del genere): l’acronimo RFID sta per Radio Frequency IDentification, in italiano “Identificazione a Radiofrequenza” e indica una nuova tecnologia che, in effetti, tanto nuova non è. Come spesso succede, infatti, deriva da un’applicazione militare risalente, addirittura, alla Seconda Guerra Mondiale, quando i dispositivi di identificazione a radiofrequenza permettevano di riconoscere gli aerei e le navi amiche. Dal campo militare, poi, negli anni Sessanta del secolo scorso la tecnologia passò ai grandi magazzini, quando ad alcuni articoli erano applicati dispositivi antitaccheggio che, se non disattivati, provocavano un segnale d’allarme al tentativo di far uscire l’oggetto non pagato dal negozio.

La miniaturizzazione, poi, ha prodotto apparati trasmittenti sempre più piccoli, dell’ordine di pochi centimetri quadrati, magari ricavati su etichette autoadesive, e sprovvisti di fonti di energia autonome.
Questi apparati trasmittenti, detti tags o trasponder, trasmettono le informazioni che contengono ad appositi lettori, i reader.
Come è fatto un trasponder? In poche parole è costituito da un microchip, che contiene le informazioni, e può, in certi tipi, comprendere anche un’antenna e una fonte di energia (una batteria, ad esempio). In questo caso si parla di trasponder attivo, perché trasmette autonomamente le informazioni al reader. Per ridurre i costi di realizzazione dei tags, però, è possibile fare in modo che si attivino solo in presenza del lettore e che traggano l’energia necessaria al proprio funzionamento da un campo elettromagnetico prodotto dal lettore stesso: questi sono i cosiddetti trasponder passivi.
Possiamo identificare diverse tipologie di apparati di identificazione anche in base alle modalità di attivazione: avremo così trasponder attivabili, se entrano in funzione solo se stimolati dal lettore. Mai visti? Scommetto di sì … un trasponder attivabile è il Telepass: avete presente quel “bip” che si sente quando ci si avvicina al varco? È l’apparato che entra in funzione; a questo punto si alza la sbarra, il veicolo passa e si sente un nuovo “bip” a segnalare che il nostro Telepass si è disattivato e il sistema ha rilevato, e memorizzato, il passaggio.
Altri apparati trasmittenti, invece, sono a tempo: si attivano, e trasmettono le informazioni, a intervalli predefiniti. Si usano, soprattutto, quando si vuole monitorare costantemente la posizione del trasponder mediante triangolazione: in pratica, si legge la distanza dell’apparato da almeno tre antenne poste a delimitare un perimetro: questa descrizione, forse, ricorderà qualcosa agli appassionati di film e telefilm polizieschi.
Continuiamo con gli esempi e torniamo alla possibilità di avere trasponder di ridottissime dimensioni: questi oggetti possono, veramente, essere applicati a tutto. I passaporti elettronici (e-passport) sono, ormai, una realtà acquisita da quando, nel 1998, furono adottati dal governo malese: il tag RFID contiene, oltre ai dati dell’intestatario, anche la cronistoria dei suoi viaggi all’estero. Paesi come Regno Unito e Stati Uniti hanno iniziato a usare questo tipo di documento nell’ambito della lotta al terrorismo, perché più difficilmente falsificabile.
Come tutti sappiamo, uno dei mezzi di pagamento più usati è il cosiddetto “denaro elettronico”: chi non ha in tasca bancomat e carta di credito? Gli osservatori più attenti avranno notato che sulle tessere di emissione più recente fa bella mostra di sé un piccolo chip, che altro non è che un trasponder. Tesserini e badge RFID per la rilevazione delle presenze sono largamente usati sia nel settore privato che in quello pubblico; a volte si usano anche come strumenti di autenticazione e di identificazione per l’accesso ai sistemi informativi, accanto a quelli più tradizionali a banda magnetica.
I cosiddetti microchip, poi, sono usati anche per l’identificazione degli animali domestici: ad esempio, il tradizionale tatuaggio dei cani può essere efficacemente sostituito dall’inserimento sottocutaneo di un trasponder.
Dell’uso come dispositivi antitaccheggio abbiamo già accennato: a tutti è capitato, ad esempio, di entrare in una libreria e di vedere l’addetto alla cassa passare i nostri acquisti su una piastra metallica. Lo scopo di questa operazione è quello di disattivare il tag RFID e di permetterci di andarcene senza far strillare i sistemi di sorveglianza alle uscite. A volte, negli autogrill o nei megastore, vediamo che, sulla confezione dell’oggetto che abbiamo intenzione di acquistare, c’è un’etichetta col codice a barre … niente di strano, se non che è in rilievo … ebbene, siamo in presenza di un sistema RFID.
Già, perché questi aggeggi a radiofrequenza possono essere abbinati a sistemi di trasmissione delle informazioni di tipo più tradizionale, quali, appunto, i codici a barre e le bande magnetiche. La tecnologia RFID è superiore a entrambe perché il trasponder non deve essere visibile, come il codice a barre, e non deve essere letto per contatto, come la banda magnetica che, a lungo andare, si deteriora … a tutti è capitato che il bancomat si sia smagnetizzato all’improvviso o la carta di credito sia stata dichiarata non leggibile. Nel tag, inoltre, possono essere contenute informazioni crittografate, e quindi si ha un livello di sicurezza maggiore, e le operazioni di lettura e verifica si svolgono in frazioni di secondo.

Le applicazioni sono potenzialmente infinite: particolarmente interessanti, per noi, sono quelle relative alla logistica. Tags possono essere applicati a container, pallets, scatole, permettendo, così, la tracciabilità dei carichi, ma anche a tessere d’abbonamento (ad esempio il sistema Navigo che permette di usare i trasporti pubblici dell’area parigina … l’abbonato sale sull’autobus, ad esempio, e passa la tessera davanti a un apposito lettore, senza la necessità di convalidare il biglietto o di mostrarlo al conduttore) e a bagagli: l’aeroporto di Dallas, che ha abbandonato le etichette con codici a barre a vantaggio di quelle a radiofrequenza, ha visto aumentare di gran lunga l’efficienza delle procedure di smistamento e restituzione delle valige.
Nei magazzini, poi, l’uso di tags RFID permette di ridurre gli errori nei prelievi e di sveltire enormemente i tempi necessari per gli inventari, perché un lettore è in grado di leggere più trasponder contemporaneamente. Il sistema, poi, consente di conoscere sempre i livelli di giacenza e di gestire al meglio i riordini degli articoli scesi al di sotto della soglia di scorta minima.
Insomma, la tecnologia RFID ha un grande futuro, anche se non mancano le perplessità legate, soprattutto, alla tutela della privacy: un reader, infatti, potrebbe leggere le informazioni contenute in un trasponder non disattivato, oppure potrebbe essere possibile tracciare i movimenti di chi indossi, ad esempio, un abito dotato di tag RFID.
Non sono trascurabili, poi, nemmeno i rischi per la salute: le onde elettromagnetiche, anche se a livelli di frequenza e potenza molto più elevati di quelli usati dai dispositivi RFID, infatti, sono agenti potenzialmente mutageni, cioè possono provocare l’insorgere di mutazioni.

Adattamento di un articolo pubblicato sul numero di settenbre 2007 della rivista “Porto e Diporto” della AM editori Srl - Napoli


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mercoledì 21 novembre 2007

PLIO - Newsletter ottobre

 Use OpenOffice.org

Di seguito trovate un breve resoconto delle principali attivita' che
l'Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org, ha
svolto nel mese di ottobre. Altre informazioni su http://www.plio.it

Terza Conferenza Italiana OpenOffice.org
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Il 25 ottobre si e' tenuta a Firenze la terza Conferenza Italiana
OpenOffice.org, la prima organizzata direttamente dall'Associazione PLIO.
La conferenza e' stata divisa in due parti: nella prima sono state
presentate una serie di relazioni sullo stato del progetto, nella seconda
sono stati presentati casi di successo di adozione di OpenOffice.org.
L'Associazione PLIO ha anche distribuito gratuitamente CD-ROM contenenti
OpenOffice.org in italiano e numerosi extra rilasciati sotto licenza
libera.
http://www.plio.it/comunicati/avvenimenti9.html

Guida introduttiva ad OpenOffice.org in italiano
------------------------------------------------
Il gruppo Localizzazione ha reso disponibile per il download la versione
completa della Guida introduttiva ad OpenOffice.org in italiano, che
descrive tutti i moduli della suite. La guida e' disponibile come file
OpenDocument e come file PDF.
http://oooauthors.org/it/userguide2/GuidaIntroduttiva/

Partecipazione a Linux Day 2007
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In occasione dell'annuale Linux Day, che si e' tenuto in oltre 100
citta' italiane il 27 ottobre, numerosi membri del PLIO hanno
partecipato con una presentazione su OpenOffice.org e sui formati
liberi.
http://www.linuxday.it/

Localizzazione di OOo 2.4
-------------------------
I volontari del gruppo Localizzazione hanno completato il primo blocco di
traduzioni (interfaccia utente e Guida in Linea) previsto per
OpenOffice.org 2.4, atteso per marzo 2008.
http://wiki.services.openoffice.org/wiki/Translation_for_2.4

--
PLIO - Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org

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domenica 14 ottobre 2007

PLIO - Newsletter Settembre

 Use OpenOffice.org

Di seguito trovate un breve resoconto delle principali attivita' che
l'Associazione PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org, ha
svolto nel mese di settembre. Altre informazioni su http://www.plio.it

OOo 2.3.0 in italiano
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Grazie ai test svolti dai volontari del gruppo QA, il PLIO ha potuto
approvare la versione italiana di OOo 2.3.0. OpenOffice.org 2.3.0
contiene le nuove traduzioni italiane curate dal gruppo Localizzazione,
un nuovo modulo per diagrammi in Calc, un nuovo Report Designer per Base
disponibile come estensione, miglioramenti di sicurezza. L'aggiornamento
e' consigliato a tutti.
http://it.openoffice.org/stampa/comunicati/avv31.html


Partecipazione a OOoCon 2007
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Esponenti del PLIO hanno partecipato alla conferenza mondiale di
OpenOffice.org a Barcellona dal 18 al 21 settembre. Oltre a presentare
lavori su estensioni, migrazioni e gestione dei documenti, i membri del
PLIO sono intervenuti al "Community Day" in cui sono stati discussi
stato e futuri sviluppi delle attivita' di localizzazione e marketing.
http://www.italovignoli.org/?cat=4

Terza conferenza italiana di OpenOffice.org
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L'associazione PLIO e' lieta di annunciare la III Conferenza Italiana
OpenOffice.org, la prima organizzata direttamente dalla neonata
associazione. La conferenza, che si terra' a Firenze il 25 Ottobre 2007
all'interno di QuiFree presso il Festival della Creativita', e' aperta a
tutti e rappresenta l'occasione per incontrare i volontari, gli utenti,
i professionisti, avvicinarsi al progetto, soddisfare qualche curiosità
ed avere qualche risposta. La conferenza sara' divisa in due parti: nella
prima verranno presentate una serie di relazioni sullo stato del
progetto, nella seconda verranno invece presentati casi di successo di
adozione di OpenOffice.org.
http://www.plio.it/comunicati/avvenimenti6.html

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PLIO - Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org

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giovedì 11 ottobre 2007

Un piede in due scarpe ...

È abbastanza recente la notizia che IBM ha deciso di contribuire allo sviluppo di OpenOffice.org con una cinquantina di sviluppatori. Vado molto in giro sul web e ho notato che la cosa è stata accolta, in alcuni casi, con un certo scetticismo, come se una multinazionale non fosse libera di contribuire allo sviluppo di un software libero se non per reconditi motivi e scopi inconfessabili. In una discussione su un forum ho, addirittura, letto che IBM teme la diffusione ancora più capillare del software libero e, quindi, questa sua adesione sarebbe una sorta di doppiogiochismo perché paventa di perdere i propri guadagni. Il punto di vista esposto, pur se degnissimo, come qualunque altro, in verità, mostra alcune lacune piuttosto evidenti.

In pratica, una affermazione simile potrebbe anche significare che IBM destina cinquanta suoi sviluppatori a un progetto libero per rallentarlo o sabotarlo ... il che sarebbe come il marito che si taglia gli attributi per far dispetto alla moglie. Un altro motivo potrebbe essere che IBM contribuisce alla comunità per poter meglio controllare quello che succede ... credo che cinquanta sviluppatori costino un po' più di qualche dollaro e, forse, si potrebbe ottenere lo stesso risultato con un investimento di dimensioni inferiori. Terza ipotesi: IBM aderisce al progetto per essere pronta a saltare sul carro del vincitore, consapevole del fatto che il software libero ha un grande futuro davanti a sé; così facendo si crea delle benemerenze e si mette al riparo da ritorsioni, di chi proprio non saprei.
Diamo per assodato che IBM tenga il piede in due scarpe ... per alcuni duri e puri, allora, sarebbe forse meglio che Big Blue lo tenesse in una sola, quella del software proprietario? Un atteggiamento, questo, che mi sembra masochistico e miope. Lo stesso discorso, naturalmente, si può fare anche per altre aziendine, quali Novell, Sun, HP, Dell e altre che non cito. Ah, scusate, dimenticavo Google ...
Cerchiamo di capire cosa spinge queste multinazionali a investire, e pesantemente (Dell, ad esempio, ha concluso da poco un progetto quinquennale per la creazione di una tecnologia che permetta l'aggiornamento automatico dei drivers in ambiente Linux) nel software libero.
Un dettaglio, forse, sfugge: Microsoft guadagna soprattutto sulle licenze software mentre le altre aziende indicate hanno il loro core business nell'hardware e nei servizi. Da qui discende una interessante considerazione.
Per poter vendere hardware e servizi sono necessarie delle commodity, come sistemi operativi, possibilmente efficienti, software per la gestione di reti, programmi per la navigazione in Internet, ambienti desktop con annessi programmi di office automation eccetera, tutte cose che, se sviluppate ex novo, costerebbero una cifra. Quale alternativa? Rivolgersi alla Microsoft? Beh, IBM in passato lo ha fatto, cercando di sviluppare OS2 in partnership con la casa di Redmond, ma il sistema operativo, pur ottimo e molto migliore di Windows, non ebbe mai il successo che meritava, anche perché IBM, a un certo punto, si ritrovò da sola a crescere il pupo, che ancora resiste, soprattutto nel settore bancario. Allora ecco che si apre un'alternativa: le aziende sostengono le comunità che sviluppano il software libero e/o aperto, anche se questo investimento non pare avere, almeno nel breve periodo, un grande rientro economico.
Vediamo però un paio di esempi: Google Docs è basato in larga parte sul codice di OOo e Google ha messo a disposizione della comunità una ventina di sviluppatori. IBM, invece, ha rilasciato recentemente una versione, ancora molto acerba, di Lotus Simphony, anche questa geneticamente legata a OOo ... bella l'interfaccia, un po' diversa da quella della suite dei gabbiani, ma programma che paga ancora una certa lentezza.
La domanda, a questo punto, è: siccome la GPL è una licenza "virale", se Google e IBM apportano modifiche al software e sono obbligate, a termini di licenza, a renderle pubbliche ... chi ci guadagna? IBM? Google? la comunità sviluppatori e utenti? Tutti: IBM e Google perché arricchiscono la loro offerta con prodotti efficienti e, soprattutto, in grado di usare, importare ed esportare in formato OpenDocument, standard riconosciuto da ISO (ISO/IEC 26300:2006), gli utenti perché il lavoro di IBM e Google ha delle ricadute anche su OpenOffice.org e l'ingresso di nuovi sviluppatori, ovviamente, accelera i tempi di evoluzione del prodotto e ne migliora la qualità. Il formato OpenDocument garantisce una vera interoperabilità, non quella sbandierata, a chiacchiere, dalla Microsoft.
A me, personalmente, dà molto più fastidio che alla community OOo aderisca il governo cinese (RedFlag circa 50 sviluppatori), piuttosto che IBM o Google. Perché? Perché un governo che fa della censura del web uno dei capisaldi del suo potere e aderisce a un progetto per il software libero mi fa l'effetto di una ninfomane che decanta la bellezza della castità.
Secondo esempio ... Sun ha deciso di liberare il codice di Java, parte importante del tool Ajax, a sua volta parte importante della comunità Eclipse, sostenuta, guarda caso, da IBM. Allora la domanda, anche in questo caso, è: perché IBM e Sun mettono la faccia, e le risorse, per portare avanti progetti di questo tipo, blindati da licenze che li rendono liberi? Per tenere il piede in due scarpe? per fare un dispetto a Microsoft (ipotesi molto probabile, ma non realistica), o perché vogliono spostare gli equilibri del software usando basi e piattaforme comuni per avere una maggiore interoperabilità? E se il loro obiettivo è questo, chi ha da guadagnarci (oltre alle aziende, che vendono hardware e servizi, non dimentichiamolo) se non gli utenti?
Richard Stallman ha un vero caratteraccio, ma è un genio e ha dato il via allo sviluppo distribuito del software, in opposizione a quello centralizzato, tipico di Microsoft, Adobe e altre simili realtà; questa scelta si sta rivelando vincente.
Nel software libero (o aperto, con le differenze filosofiche la descrizione delle quali esula dallo scopo di questo mio post) quello che conta non è la gratuità della licenza, ma la libertà della modifica e della distribuzione. Personalmente vado in bestia quando leggo che il software libero è gratis ... è la licenza che è gratis, o meglio libera, ma ritengo che, nel momento in cui usufruisco di un software di questo tipo, ho l'obbligo morale di sostenere, in qualche modo, il progetto. Donazioni, propaganda, collaborazione come tester, sviluppatore, traduttore eccetera sono gli strumenti che ho a disposizione. O li uso, oppure sono un parassita che approfitta del lavoro di altri e non contribuisce.
E poi è IBM che tiene il piede in due scarpe ...

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domenica 7 ottobre 2007

Petizione on line per la riforma del diritto d'autore

Su iniziativa dei "rappresentanti dei fruitori delle opere intellettuali", sta circolando in rete una petizione indirizzata al presidente del Comitato Consultivo Permanente per il diritto d’autore, prof. Alberto Maria Gambino affinché nella revisione della legge sul diritto d'autore si tenga conto anche delle proposte che provengono dalla società civile e non solo di quelle di autori, editori e associazioni di categoria.


I promotori dell'iniziativa sono:
Alessandro Bottoni (Piratpartiet)
Lorenzo De Tomasi (Frontiere Digitali - Free Hardware Foundation)
Arturo Di Corinto (docente Uni. Sapienza Cattedra di Comunicazione Mediata dal Computer)
Athos Gualazzi - Associazione Partito Pirata
Valeria Noli - Associazione Net-Left
Marco Scialdone - Computerlaw
Roberto Tupone - Linux Club Italia

I punti qualificanti della proposta sono i seguenti:
Maggiore potere contrattuale degli autori nei confronti degli editori/produttori;
Durata del diritto d'autore dagli attuali 70 anni dalla morte dell'autore a un lasso di tempo molto più breve, da tre a 28 anni, secondo i casi;
Decadimento del copyright in tutti quei casi nei quali 'l'autore non fosse più rintracciabile;
Abolizione dei sistemi di marcatura denominati Watermarking perché invasivi della privacy e lesivi della libertà individuale;
Depenalizzazione del Peer-to-peer, usato non solo per scaricare materiali protetti da copyright, ma anche materiali liberi (ad esempio software open source);
Neutralità della Rete, impedendo le interferenze dei provider sull'uso che i cittadini fanno di Internet;
Modifica del regolamento e dello statuto Siae, al fine di rendere l'associazione più pronta ad adeguarsi alle nuove tecnologie e di impedire abusi;
Nuove modalità di registrazione delle opere, applicando licenze che tutelino gli autori senza penalizzare gli utenti;
Ampliamento e applicazione del concetto del fair use (utilizzo legittimo);
Depenalizzazione dell’attività di utilizzo personale delle opere dell’ingegno da parte dei singoli quando tali utilizzazioni creino un danno economicamente trascurabile;
Diritti di copia a uso personale;
Diritto di prestito gratuito;
Libertà di esecuzione in ambito familiare o amicale;
Liberalizzazione di alcuni tipi di opere derivate, come abstract, parodie, riarrangiamenti;
Libertà d'uso per fini di divulgazione, educativi o enciclopedici;
Diritto di panorama: possibilità di fotografare e divulgare liberamente quanto è sotto gli occhi di tutti, come, ad esempio, un'opera architettonica;
Limitazione dei Digital rights management (Drm) e Trusted computing.

Per maggiori informazioni:
qui il testo della petizione:
http://www.petitiononline.com/ubuntu9/petition.html
qui la pagina per la sottoscrizione:
http://www.petitiononline.com/ubuntu9/petition-sign.html

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sabato 29 settembre 2007

Notiziario irregolare sul FLOSS (Free/Libre Open Source Software) - 28 settembre 2007

Software interessanti

Untangle server è un'applicazione Open Source che permette di installare, su PC dedicato, un pacchetto di software dedicati al controllo e alla protezione della rete. Installazione da CD-ISO, configurazione con interfaccia grafica, vasta gamma di report per monitorare ogni aspetto della rete locale e della connessione a Internet. Particolarmente adatta alle piccole e medie imprese.
Notizia tratta da:
Il software del 26 settembre 2007
Sito Untangle


Smaniate per installare Ubuntu sul vostro PC con Windows XP? Nessun problema ... c'è Wubi, un software che vi permette di lanciare un installer che, a sua volta, scarica da Internet (o da una ISO, se non c'è il collegamento alla rete) la distribuzione attualmente più in voga. Pochi clic del mouse per scegliere tra le opzioni proposte et voilà, potete pure uscire a mangiarvi una pizza ... al vostro ritorno il lavoro è già fatto. L'eventuale disinstallazione si fa dal pannello di controllo di Linux con un paio di clic.
Notizia tratta da:
Zio Budda del 27 settembre 2007
Sito WUBI

VirtualDub è un programma Open Source per l'acquisizione e l'elaborazione dei filmati.
Notizia tratta da:
Software zone del 24 settembre 2007
Sito VirtualDub

Un software gestionale Open Source per piccole e medie aziende:
Mosaico



Mondo Linux

Uno dei maggiori problemi per chi usa Linux è costituito dalle modalità di aggiornamento dei driver. Dell, dopo un lavoro quinquennale, ha messo a punto, in collaborazione con le principali distribuzioni Linux, Dynamic Kernel Module Support (DKMS), procedura che permetterà l'aggiornamento automatico dei driver.
Notizia tratta da:
Vnunet del 25 settembre 2007
Zio Budda del 24 settembre 2007
Openews.it del 24 settembre 2007

Prossima uscita per la prima beta di Ubuntu Gusty Gibbon, prossima release della popolare distribuzione Linux.
Notizia da:
Zio Budda del 27 settembre 2007

Mesi fa, a primavera se non ricordo male, ci fu un insegnante russo denunciato da Microsoft per aver usato, a scuola, copie pirata di Windows. In sua difesa si mosse pure Gorbaciov, pare inutilmente. Ebbene, la lezione è stata imparata: entro il 2009 le scuole russe saranno dotate di PC con Linux.
Notizia tratta da:
Zio Budda del 24 settembre 2007

Curiosoni!!! volete vedere in anteprima le schermate delle distribuzioni Linux? Dall'immancabile Zio Budda traggo questo link: Vedere in anteprima le distribuzioni Linux
Buona visita! :o)

Chicca per sviluppatori: una mappa del kernel di Linux. La fonte? Zio Budda, chi altri?

Case History: nel Regno Unito un rivenditore on line ha risparmiato 50.000 sterline adottando server Linux. I particolari qui:
Risparmiare grazie ai server Linux

Studi e discussioni


Meglio MySQL o PostgresSQL? Zio Budda riporta, da TuxJournal, uno studio in materia.

Perché Linux ha più fortuna in ambiente server che suoi desktop? Gianfranco Limardo, su TuxJournal del 27 settembre, dà la sua
risposta a questa annosa domanda.

La GPL3 è poco amata? Parrebbe di sì, secondo uno studio di Evans Data. Gli sviluppatori che la adottano o la adotteranno sembrano essere una piccola minoranza.
Notizia tratta da:
Punto informatico del 27 settembre 2007


[frdm] Support SFLC

Sempre la GPL. Dopo aver superato indenne alcune prove nei tribunali europei, adesso la licenza della Free Software Foundation affronta un tribunale degli States. Il Software Freedom Law Center ha citato in giudizio Monsoon Multimedia, accusandola di aver violato i termini della GPL. Un tentativo di accordo stragiudiziale pare non sia stato accettato. È la prima volta che una corte statunitense è chiamata a pronunciarsi sulla GPL.
Notizia pubblicata da:
Zio Budda del 24 settembre 2007
Punto Informatico del 24 settembre 2007

Secondo Gartner, nota società di analisi statunitense, entro il 2011 l'ottanta per cento del software commerciale conterrà porzioni più o meno ampie di codice libero e/o aperto.
Notizia pubblicata da:
Zio Budda del 24 settembre 2007

Pubblica amministrazione e software libero


Il responsabile dell'osservatorio Open Source del Cnipa, al Censerdi Rovigo, sostiene che le Pubbliche Amministrazioni devono avvicinarsi all'Open Source e costituire una Community.
Notizia tratta da:
Zio Budda del 25 settembre 2007

Il professor Giorgio Ventre, dell'Università Federico II di Napoli, membro della Commissione Open Source del Cnipa, risponde ad
alcune domande di Data Manager Online.
Notizia tratta da:
Data Manager On line

Tanto tuonò che piovve. La commissione Open Source del Cnipa, prevista da un decreto del ministro Nicolais, ha dato inizio ai lavori.
Notizia tratta da:
Punto informatico del 23 settembre 2007
Vnunet del 26 settembre 2007

Varie
In Francia un tribunale ha condannato Acer a rimborsare oltre 300 euro per software non richiesto preinstallato su un portatile venduto a 599 euro. A fronte dei 30 euro offerti da Acer, il giudice ha stabilito 135 euro per Windows XP Home, 60 per Microsoft Works, 41 per PowerDVD, 39 per Norton Antivirus e 37 per NTI CD Maker.
Notizia tratta da:
Punto Informatico del 24 settembre 2007
Zio Budda del 24 settembre 2007

Un PC Everex, venduto presso la catena di grandi magazzini WallMart con OpenOffice.org preinstallato, ha ottenuto un clamoroso
successo di vendite.
Notizia tratta da:
Zio Budda del 24 settembre 2007


Mozilla ha rilasciato la versione Alpha 8 di Granparadiso, nome in codice per Firefox 3.0. Numerose le novità, tra le quali anche una miglior gestione della memoria, problema questo ben conosciuto agli utenti della Volpe di fuoco. Chi volesse collaborare al testing di Firefox 3 è il benvenuto.
Notizia tratta da:
Zio Budda del 25 settembre 2007
Qui alcuni consigli su come installare Granparadiso a fianco di Firefox per i test.

Speciale

 Use OpenOffice.org
Alla OOCon di Barcellona sono stati sollevati i veli su quello che sarà OpenOffice 3.0. Tutti i particolari su Punto Informatico del 25 settembre. Per notizie di prima mano si può (anzi si deve) leggere il blog Ital'OOo, organo del PLIO (Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org).

Alla prossima :o)

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