sabato 1 agosto 2009

OpenMind 2009 in archivio

Si è conclusa nei giorni scorsi l'avventura della quarta edizione di OpenMind, tre giorni dedicata al software libero e all'informatica consapevole. La manifestazione, organizzata dall'associazione omonima, si è tenuta a San Giorgio a Cremano (Na), nei prestigiosi locali di Villa Vannucchi e ha visto un buon afflusso di pubblico, soprattutto giovani e giovanissimi delle scuole cittadine. Giovedì 28 maggio l'apertura della manifestazione, alla presenza del sindaco e del vicesindaco della città, che hanno rivolto il loro saluto ai partecipanti e agli organizzatori.
La tre giorni vesuviana è stata un'ottima occasione per educare i ragazzi in età scolare all'uso consapevole del computer; il software libero è stato visto anche, ma non solo, nell'ottica di un'educazione alla legalità: perché usare software dei quali non si detiene la licenza d'uso, invece di software liberamente distribuibili e gratuiti? Perché alimentare un mercato parallelo e clandestino, che fa della contraffazione un lucroso affare, quando è possibile usare prodotti assolutamente analoghi, sia come prestazioni che come qualità, a quelli contraffatti, ma a norma di legge?
Una parte del lavoro educativo, con largo uso di programmi didattici free, è stata compiuta da bambini della classe seconda C del 3° circolo di San Giorgio a Cremano che, per tre giorni, hanno indossato un cappellino giallo e la maglietta blu della manifestazione e hanno spiegato a loro coetanei, ma anche a ragazzi più grandi, cos'è il free software, distribuendo Cd contenenti il sistema operativo Gnu/Linux e altri programmi liberi. Oltre al laboratorio 6+ (così si chiamava l'area nella quale operavano i baby formatori), la manifestazione ha riservato uno spazio anche ai nonni: nel laboratorio 60+, infatti, sono state tenute conversazioni a tema, volte a illustrare i primi rudimenti dell'uso del computer a chi ha raggiunto e superato i sessant'anni. I capelli bianchi non devono essere un limite all'alfabetizzazione informatica e, in quest'epoca di baby sitter elettroniche, un nonno in grado di sapersi arrangiare con il PC e Internet è una preziosa risorsa, sposando l'esperienza alla tecnologia. Un terzo laboratorio, infine, era rivolto ai ragazzi delle scuole superiori: qui si mostrava come è possibile realizzare grafica a livello professionale usando software liberi, in grado di fornire prestazioni assimilabili a quelle dei programmi a pagamento più conosciuti.
Oltre ai laboratori sono state tenute anche alcune lezioni tematiche, riguardanti la sicurezza della navigazione sul web e la prevenzione dei reati informatici, a cura della Polizia Postale, e l'uso di software di virtualizzazione in ambiente Gnu/Linux, che hanno visto una partecipazione vivace e attenta.
Fiore all'occhiello della quarta edizione di OpenMind è stata la sala dedicata al retrocomputing, una sorta di archeologia informatica: qui facevano bella mostra di loro alcuni pezzi che hanno fatto la preistoria della diffusione dei computer, come uno Spectrum Zx, un paio di Commodore 64, un Amiga, un Apple McIntosh; completavano l'esposizione schede perforate, banchi di memoria, pezzi di PC di epoche diverse, software originali degli anni Ottanta e Novanta e, per la meraviglia dei visitatori, alcuni floppy disc da cinque pollici e un quarto e da otto pollici.
A concludere l'offerta formativa della manifestazione un percorso guidato nel quale alcune schede illustravano la differenza tra software libero e proprietario e ne ripercorrevano la storia.
Un ultima notazione “ecologica”: le macchine usate nei laboratori 6+ e 60+ erano vecchi computer dismessi e riportati all'efficienza e a una nuova vita dall'associazione OpenMind, a dimostrazione che l'informatica consapevole passa anche attraverso un oculato uso degli strumenti a disposizione, che possono essere utilmente impiegati nonostante siano stati considerati obsoleti: un po' di manutenzione, qualche trapianto e l'impiego di software libero possono restituire loro l'antico splendore.
Pubblico soddisfatto, organizzatori pure … appuntamento alla quinta edizione, con la speranza, nemmeno tanto nascosta, che alcune idee seminate a OpenMind 2009 germoglino e diano frutti nei prossimi mesi. Arrivederci all'anno prossimo.

1 commento:

zop ha detto...

interessante il tuo resoconto. io possiedo tantissimi cd-rom anni '90, meravigliosi, allora si parlava di editoria elettronica: cose come il primo dizionario elettronico italiano, edizioni multimediali di divina commedia o odissea. tutte cose dal valore culturale straordinario che oggi non si rieswcono più a leggere sui nuovi computer. ma solo con un mueso dell'hardare. ah.. l'obsolescenza delle tecnologie... porterà all aèperdita della memoria storica digitale o si conserverà? ai posteri l'ardua sentenza. un saluto. zop